SAY HI TO VIOLA, PAOLO
AND MONTY
Tell us about you, and a little bit about your life...how you met?
P: We met inside a book, which was inside a studio, which was in Milan.
V: Paolo's opening line will remain famous: "How do you say corkscrew in French?"
Any daily / family routine? (Breakfast, mindfulness, whatever)
P&V: Saturday morning breakfast in bed and walk in Vetra with Monty.
About your work and the best/worse part of it.
P: The best part of my job is when I start a new story and I have to find the characters. There are a lot of possibilities, everything is open. The worst part is when that job is done, when everything is closed.
V: The best part? Working with stories. No day is the same as another, you can't get bored. And then knowing that that book - to which you contribute in a tiny tiny part - could become important for someone.
Favorite time of the day.
P: When on a fall evening I come home running on my bicycle, the bakery is still open for the focaccia, I enter the house, Monty welcomes me and I smell the lentil soup that Viola is preparing. That's heaven!
V: In the evening. Paolo and I squashed on one half of the sofa and Monty on the other.
Last thing you did for the first time.
P: Going together to La Scala to see Boris Godunov, without falling asleep.
V: These pictures and this interview.
Milano vs Veneto.
P: It's hard to imagine one without the other. If I hadn't grown up in Veneto I wouldn't see Milan with the same eyes. And, if I didn't live in Milan, I couldn't do this beautiful and fun thing of escaping with Viola and Monty in Veneto and spending a few weekends in Molina (Molina anagram of Milano).
V: Veneto is where I grew up, Milan has become my home.
Any fav spot in Milan? For a walk or for a drawing session ...
P: It is weel-known that the thing I like most to draw in Milan is Torre Velasca.
V: Descend along the Naviglio grande, cross the park and rejoin the Naviglio Pavese at Chiuse di Leonardo.
Fav comics, books and must-see exhibitions or museums
P: Buddha by Osamu Tezuka, I promessi Sposi, Galleria Borghese
V: Princess Maison manga, Steinbeck's Eden Valley, The Museum of Statue Stele in Pontremoli.
Which is the story behind your favourite piece of clothing?
P: In a charity shop in Kensington I bought a corduroy jacket that fit me perfectly and I wore it until it fell apart.
V: A vintage, white and blue printed dress, with a lace collar. It was given to me by a neighbor when I was in college. I wore it with cowgirl boots. My twenties in a dress.
About clothing... What comes first? Shape, touch, colors, mood...
P: Shape, touch and color in that order. And I would also add the smell.
V: The touch sensation and then the color. This is why I love Sartoria Vico.
Do you have a safe “uniform”? What makes you feel good?
P: My work doesn't impose any kind of uniform on me, but the one I've been dreaming of for a long time and I've finally got is the perfect uniform for an elderly Milanese man: the Loden coat.
V: A Liberty print men's cotton pijamas. It's not a uniform, but in terms of hours it's the thing I wear the most!
How long have you known Sartoria Vico?
P: I know Sartoria Vico even before it was Sartoria Vico, when Cristina and Stefania were still "dissociate". We shared Booh Stoodio here in Milan in the early 2000s. Even then, seeing them knit, you could tell they were serious.
V: I know Sartoria Vico since I've known Paolo, it's now 12 years.
Describe Sartoria Vico in a few words.
P: A unique way of combining the abstraction of ideas with the concreteness of matter.
V: Feminine, colorful, soft, unexpected.
Let’s knock a myth about knitwear
V: More than a myth, let's debunk a prejudice: knitwear looks good on everyone.
P: That's right!
photo by @adriano_rega
Viola Cagninelli, editor
IG @purplepages
Paolo Bacilieri, cartoonist
IG @paolobacilieri
sweetsalgari.blogspot.com
VERSIONE ITALIANA
RACCONTATECI QUALCOSA DI VOI, DELLA VOSTRA VITA... E DOVE VI SIETE CONOSCIUTI.
P: Ci siamo conosciuti dentro a un libro, che era dentro uno studio, che era dentro Milano.
V: Rimarrà celebre la battuta di apertura di Paolo: “Come si dice cavatappi in francese?”
COME È LA TUA ROUTINE GIORNALIERA?
P & V: Sabato mattina colazione a letto e passeggiata in Vetra con Monty
QUALCOSA DEL TUO LAVORO E LA SUA PARTE MIGLIORE E PEGGIORE.
P: La parte migliore del mio lavoro è quando comincio una nuova storia e devo trovare i personaggi. Ci sono un sacco di possibilità, tutto è aperto. La parte peggiore è quando quel lavoro è finito, quando tutto è chiuso.
V: La parte migliore? Lavorare con le storie. Nessun giorno è uguale all’altro, non ci si può annoiare. E poi sapere che quel libro - a cui contribuisci in minuscolissima parte - potrebbe diventare importante per qualcuno.
MOMENTO PREFERITO DELLA GIORNATA.
P: Quando una sera d’autunno torno a casa di corsa in bicicletta, il panificio è ancora aperto per la focaccia, entro in casa, Monty mi fa le feste e sento il profumo della zuppa di lenticchie che Viola sta preparando. That’s heaven!
V: La sera. Io e Paolo schiacciati su una metà di divano e Monty sull’altra metà.
L'ULTIMA COSA CHE HAI FATTO PER LA PRIMA VOLTA.
P: Andare insieme alla Scala a vedere Boris Godunov, senza addormentarsi.
V: Queste foto e questa intervista.
MILANO vs VENETO.
P: È difficile immaginare l’una senza l’altro. Se non fossi cresciuto in Veneto non vedrei Milano con gli stessi occhi. E, se non vivessi a Milano, non potrei fare questa cosa bella e divertente di scappare con Viola e Monty in Veneto e fare qualche weekend a Molina (Molina anagramma di Milano).
V: Il Veneto è dove sono cresciuta, Milano è diventata la mia casa.
QUALCHE POSTO PREFERITO A MILANO? PER UNA PASSEGGIATA O PER UNA SESSIONE DI DISEGNO...
P: È risaputo che la cosa che mi piace di più disegnare di Milano è la Torre Velasca.
V: Scendere lungo il Naviglio grande, attraversare il parco e ricongiungersi al Naviglio Pavese alle chiuse di Leonardo.
FUMETTI PREFERITI, LIBRI E MOSTRE O MUSEI DA NON PERDERE.
P: Buddha di Osamu Tezuka, I Promessi Sposi, Galleria Borghese
V: il manga Princess Maison, La valle dell’Eden di Steinbeck, il Museo delle Statue Stele di Pontremoli.
CHE STORIA C’È DIETRO AL TUO INDUMENTO PREFERITO?
P: In un charity shop di Kensington comprai una giacca di velluto a coste che mi stava a pennello e che ho portato finché non è caduta a pezzi.
V: Un vestito vintage, bianco e blu stampato, con un colletto di pizzo. Mi è stato regalato da una vicina di casa quando facevo l’università. Lo portavo con degli stivaletti da cowgirl. I miei vent’anni in un vestito.
A PROPOSITO DI ABBIGLIAMENTO... COSA VIENE PRIMA? FORMA, TATTO, COLORI, STATI D'ANIMO...
P: Forma, tatto e colore in quest’ordine. E aggiungerei anche l’odore.
V: La sensazione al tatto e poi il colore. Per questo amo Sartoria Vico.
HAI UNA “DIVISA” PREFERITA? COSA TI FA STARE BENE?
P: Il mio lavoro non mi impone uniformi di sorta, ma quella che da molto tempo vagheggiavo e che ho finalmente realizzato è la perfetta uniforme da uomo anziano milanese: il cappotto Loden.
V: Un pigiama di cotone maschile a stampa Liberty. Non è un’uniforme, ma in termini di ore è la cosa che indosso di più!
DA QUANTO TEMPO CONOSCI SARTORIA VICO?
P: Conosco Sartoria Vico ancora prima che fosse Sartoria Vico, quando Cristina e Stefania erano ancora “dissociate”. Condividevamo il Booh Stoodio qui a Milano, nei primi anni Duemila. Già allora, vedendole sferruzzare, si capiva che facevano sul serio.
V: Conosco Sartoria Vico da quando conosco Paolo, sono ormai 12 anni.
DESCRIVI SARTORIA VICO IN POCHE PAROLE
P: Un modo unico di combinare l’astrazione delle idee con la concretezza della materia.
V: Femminile, colorata, morbida, inaspettata.
SFATIAMO UN MITO SULLA MAGLIERIA…
V: Più che un mito, sfatiamo un pregiudizio: i capi in maglia stanno bene a tutti.
P: È vero!